Uhmmm ...., la Govoni esce da Mondo Piccolo.....
Da blog di provincia ad una dimensione Europea :D
Ci sono persone che lasciano un segno, che con la loro bontà, umanità, intelligenza, carisma influiscono nella vita di chi ha avuto la fortuna di conoscerle. Due di queste persone erano Maria ed Eros Benetti.
Maledetta insonnia, sono le 2:54. Si Marco ho messo a posto l'orologio del blog. Ero a letto con il respiro di Manu a farmi compagnia e la mente ha cominciato a vagare. Oramai ogni ritaglio di tempo che strappo al lavoro a Manu ed ai ragazzi lo riverso qui. Ho riflettuto sul libro di Daria, su cosa l'ha spinta a scrivere ed a mettere a nudo un dolore lacerante come la perdita della propria madre. Forse che l'atto stesso di parlarne, di esternare questo dolore lo esorcizza ? Aiuta a conservare i momenti belli, quelli felici e ci fa comprendere come la persona cara che abbiamo perso ci abbia arricchito la vita ? Non so .... So solo che da quando ho cominciato a guardare il mio passato senza rancore ma con curiosità sono piu sereno
RispondiEliminaGrazie Manu
Grazie Antonella
Grazie Daria
Ho letto il libro in modo disordinato ma l'ho letto e credo che la perdita di una persona cara ti dia l'opportunità di riflettere e ti renda particolarmente sensibile, da qui l'esigenza di scrivere qualcosa che esprima le emozioni del momento e resti nel tempo. Poi la maternità dopo i quaranta è vissuta in maniera più consapevole e intensa e inevitabilmente ti fa rivedere il rapporto con una delle colonne portanti della vita, la propria madre. Nel momento della perdita ci si rende conto della grande responsabilità che abbiamo nei confronti dei nostri figli e del loro futuro. Il bisogno impellente di lasciare un eredità che sia lì ferma nel tempo e che nessuno può toccare, frutto di un amore che non ha pari.
RispondiEliminaAl di là della cronaca di un passato che viene ripercorso trovo che il libro sia intimo e femminile, grazie Daria.
E grazie anche a te Paolo che me l'hai regalato! tvb
Emozioni,riflessioni,esigenze,maternità,consapevolezza,
RispondiEliminarapporti con la vita,responsabilità,eredità(trdizione),amore (bellissima parola cristiana).
Nom ho letto il libro di Daria,vedo però delle tematiche importanti,lo spirito che si oggettivizza,la gettatezza,il tempo,anche l ultra temporale è tempo e il divenire è tempo,ciò che non è più è qulchecosa in qulche modo.Più in alto della realtà,sta la possibilità.
L esperire.Daria vedo una grande mamma.Oggi compro il libro.Sergio
Per chi non ha fatto studi classici come me :D :D
RispondiEliminaesperire : Sperimentare, tentare qlco., spec. nel l. burocr. e politico: e. tutti i mezzi possibili
Te possino Sergio !!!!
Forse sono riuscita a ricollegarmi. Allora: il libro si è praticamente scritto da solo. Era lì da decenni. Il trauma l'ha fatto uscire.
RispondiEliminaeccoli i remigini del 67, eccoli 43 anni dopo con la consapevolezza dell'essere uomini...e per chi non c'è più un grazie può essere anche questo, come diceva antonella, come è successop a daria. E' una mia cosa intima che però mi sento di condividere con voi.
RispondiEliminaCOME TANTI ANNI FA
Seduto in una cameretta di ospedale. In una poltrona di fianco al letto di mia Mamma.
Luci azzurre in qua ed in là, sono l’unico segno di vita in mezzo ad un silenzio che non sembra neanche vero.
Tu dormi, vero Mamma? E io sono qui, in fondo ai piedi, come facevi tu quando ero piccolo e avevo gli “orecchioni” . Trent’anni fa… quanto tempo….
Adesso si sono invertite le cose, ma ti confesso che vorrei esserci io nel letto al tuo posto.
Tu dormi, ma se mi giro sulla poltrona apri un occhio, guardi se va tutto bene.
Non perdi mai il vizio… anche adesso, alla fine, sei tu che badi a me. Come tanti anni fa, quando tutte le volte che tornavo a casa tardi - chiusa la porta – sentivo il segnale, un colpo di tosse che voleva dire che adesso, finalmente, potevi dormire.
Che silenzio in ospedale!
Il niente è rotto solo dal tuo respiro e io non posso far altro che guardarti.
Sul letto sembri una bambola, tanto sei piccolina. Sei diventata pelle e ossa e il lenzuolo sembra appoggiato sul telaio di un biciclino.
Ti guardo e mi vengono in mente tante cose…
Quelle tante, troppe volte che potevo star zitto senza darti quelle “rispostacce” come dicevi tu, o tutte quelle volte che mi hai portato al pronto soccorso a mettere dei punti, che ormai – mi dicevi – hai vinto la “mucca carolina”.
Io, che da quando ho il “capire” non ho mai pregato, ti ho portato un santino, preso in una chiesetta persa sui monti. Vi ho giurato che se la bufera passa ci vado di corsa…
Ma mi sento anche un vigliacco perché mi ricordo del Signore solo quando ho bisogno.
…………………………………….
Non scappare Mamma, non andare via, stai qui con me. E se io ti ho rotto le “scatole” stai qui per il mio “angioletto” che cerca la nonna.
Ma se la morte vince la guerra, da lassù bada a me.
Ne ho bisogno… sono così sbadato…
Come tanti anni fa.
In origine era scritta in dialetto ferrarese, ma per i non più udenti...l'ho "tradotta".
RispondiEliminabesos
Mi piacerebbe leggerla anche in ferrarese :)
RispondiEliminaImpossibile non commuoversi...Dario, hai fatto bene a condividere con noi, ebbene sì.... siamo tra amici!
RispondiEliminacazzo.....pozzo dire cazzo anche se non sta bene detto da una signora? santo cielo dario ma cos'hai nella testa? e' vero che eri testado e tutte le altre cose ma da credente (anche se con tante lacune) posso dire che non c'e' cosa piu' vera del fatto che tua madre e' sempre li' con te........e da madre ti dico che per quante volte ci si possa arrabbiare co i figli e si pensi di essere trattata male il bene e l'amore che si prova va' ben oltre alle "rispostacce" . tu eri la sua vita e ti posso assicurare che non avrebbe mai voluto vedere te su quel letto. " i genitori non devono sopravviviere ai figli" tante volte l'ho sentito in ufficio .....da genitori che hanno perso i figli........e non c'e' cosa piu' vera....tua madre e' sempre li' .....e secondo me ogni tanto ti da' uno scappellotto d'avvertimento.....o un bacio per dirti quanto sia fiera di te. sii sereno .....ti vuole un mondo di bene...sempre. un bacio ( ecco adesso piango ancora) UFFFFFFFFFFF
RispondiEliminaDario,
RispondiEliminaha ragione Antonella,la condivisione dimezza il peso,ed è bello che Monica dia un finito all infinito,abbiamo un bisogno assoluto di questo.Sembra che provochi più dolore un bene perduto che un male presente,e questo è tristezza.
L amore è causa di tristezza,ma oggetto dell amore è il bene.Perciò dolore e tristezza riguardano più il bene perduto che il male presente.
Non si può mettere tra le cause di dolore una potenza superiore.
Ciò che è in potere dell agente superiore non è ancora presente,ma futuro,il dolore invece si riferisce al presente,non al futuro.Perciò una potenza superiore ,alla quale ci si affida,non deve essere causa di dolore.Il danno inferto è causa di dolore.Ma il danno può essere inferto
anche da una potenza inferiore.Per questo non si devono ritenere causa di dolore le potenze superiori.
Prendiamoci cura di noi con l"avanti-a-se",al "poter-essere".é un cammino vero la propria "totalità" nell"essere nel mondo" partendo dal "non essere ancora".
Avrei ancora qualcosa da dirti, te lo dirò di persona presto. ti abbraccio Sergio
P:S.dette da me poi queste cose,e come dire:non c è più religione
Sergio, non voglio togliere nulla alla serietà del tema e condivido il tuo punto di vista ma........ porca miseria come cavolo ti esprimi???
RispondiEliminaMi sà che da "caso disperato" ci vuoi dimostrare "c'à sè arbaltà la bissa"!!! baci
c'a' se arbalta' la bissa......non l'avevo mai sentita....posso usarla? pero' ammetti hai usato il decodificatore per leggere quello che ha scritto sergio...ammettilo o ti punto la luce in faccia!
RispondiEliminaTra il serio e il faceto di questi post....
RispondiEliminagrazie ragazzi...anche a nome di mia mamma...
Paolo questa versione è per te:
CUMPAGN ‘ A TANT’ ANN FA.
Santà in t’na camarìna d’ uspdal. In s’na pultròna ad fianch al lett ad miè mamma.
Lus azùri in zà e in là, l’è l’ùnic segn ad vita in mèzz ad un silènzi c’al par gnanch ver.
Ti’ t dormi, era mamma?! E mi son chi, in fònd ai piè, cumpàgn at fasei ti quand’a iera picculin e a ghea gl’ “urcciòn”. Trent’ann fa... Quant temp... Adess a s’è invertì i quei, ma at cunfèss c’ag vria essar mi in sal lett al to post.
Ti’ t dormi, ma s’ am zir in s’la pultòna at verzi ‘n occ, at guardi s’a va tutt ben. T’an perdi mai al vizi... Anch’adèss, a la fin, a tiè ti c’at badi a mi. Cumpàgn ‘ a tant’ann fa , quand tutt il volt c’a turnàva a cà tardi -sarà la porta- a sintea al sègn, un colp ad toss c’al vlea dir che adess, finalmènt, at putei durmir.
Ac silenzi in t’ uspdal!
Al gnènt l’è rott sol dal to respir e mi an poss far altar che guardàrat. In sal lett -quasi, quasi- at par un bambulin, tant’ a tiè piculìna. Ti’ è ‘dvantada pell e oss, che ‘l lanzòl al par pugià su’n tlàr da biciclin.
At guard e am vien in ment tant quei...
Ch’l tanti, tropi volt c’a putea star zitt e brisa darat ch’l “rispustazi” cum at d’gevi ti, o tut ch’l volt che t’a ma purtà al pront succors a mètar di punt che ormai -t’am dgevi- a t’ha vint la “mucca carolina”.
Mi che da quand a go’l capir a no mai pregà, a to purtà un santin, tolt int’na cisìna persa in si mont. A go zurà che se la bufera la passa ag vagg ad corsa... Am sent anch un vigliacc parchè am arcord d’al Sgnor sol quand a go’d bisogn.
............................................
Mina scapàr mamma, mina ‘ndar via, sta chi con mi . E se mi a to rott il scatul, sta chi par al miè “anzulin” c’la zzerca la nonna.
Ma se la mort la vinz la guèra, da lassù stam adrè. Ag no’d bisogn ... A son accsì stramanon...
Cumpagn’ a tant’ ann fa.
Bravo Dario, in ferrarese è bellissima... e leggendola mi è tornato alla mente di tutte le volte che ancora bambina rileggevo la parte a mio padre attore della "Straferrara"...bei tempi!
RispondiEliminaDaria, ti faccio i complimenti per queste traduzioni del tuo libro che sta varcando i confini... e mi stavo chiedendo come avviene la scelta di una lingua staniera, perchè l'albanese e non altre versioni?...è solo una curiosità.
RispondiEliminaA proposito del libro di Daria nella rappresentazione domestica in via Piangipane di Jesus Christ Superstar (pagina 49)fra i "malcapitati" c'ero anch'io...
RispondiEliminaNo, davvero c'eri? Che momento topico!
RispondiEliminaAntonella, sai che non ho idea perchè l'abbiano comprato in Germania Spagna e Albania? Magari in Albania mi hanno vista in tv, ma in Germania e Spagna escludo...probabilmente è piaciuto agli editor che l'hanno letto, le cose spesso succedono per caso.
io il libro non l'ho letto........credevo di essere l'unica a ricordarsi delle prove di Jesus Christ Superstar........pero' eravamo gia' alle medie...........
RispondiEliminaMonica, tra poco avremo ricordi di prima mano sulla rappresentazione di Jesus Christ Superstar, nientedimeno che Carl Anderson interpretato dalla mitica Rita Rizzi.
RispondiEliminaAzzo Dario, quando ci vediamo me la devi leggere in ferrarese .....
RispondiEliminapaolo non ho capito.....abbiamo registrazioni dell'epoca o rita ci allietera' il 9? approposito non mi sono dimenticata della foto...con calma...arrivo. baci
RispondiEliminaCara Monica, Rita ci DEVE allietare il 9 maggio, spero che rispolvere la parte di Giuda cha tanto apprezzò :D:D:D.
RispondiElimina'rispolvere' ?? ma cosa volevo scrivere ??!!
RispondiEliminache tempofarà?
RispondiEliminaho letto ora in questo bellissimo labirinto dedicato ai nostri maestri questa pagina.
Voglio essere dei vostri!
Marcello